In questo passo, Gesù si rivolge ai leader religiosi del Suo tempo, i farisei e gli scribi, noti per la loro rigorosa osservanza dei rituali e delle leggi religiose. Tuttavia, Gesù mette in evidenza una grave incoerenza nel loro comportamento: sfruttano i vulnerabili, come le vedove, mentre mostrano esteriormente pietà attraverso lunghe preghiere. Questa ipocrisia è condannata perché le loro azioni non sono motivate da vera fede o amore per Dio e per gli altri, ma piuttosto da un desiderio di status sociale e ammirazione. Gesù sottolinea che tale comportamento porterà a un severo giudizio, poiché contraddice i principi fondamentali di giustizia, misericordia e fedeltà che Dio desidera.
Questo insegnamento serve da promemoria per tutti i credenti per esaminare i propri motivi e le proprie azioni. Invita a una fede autentica e compassionevole, che cerca genuinamente di servire e sollevare gli altri, specialmente coloro che sono nel bisogno. In questo modo, i seguaci di Cristo possono riflettere la vera natura dell'amore e della giustizia di Dio, evitando le insidie dell'ipocrisia e della giustizia auto-proclamata.