In questo versetto, Gesù parla ai suoi discepoli, offrendo loro una promessa profonda riguardo alla preghiera. Sottolinea l'importanza di chiedere nel suo nome, il che implica pregare con fede, in accordo con la sua volontà e con la comprensione del suo carattere. L'espressione 'nel mio nome' non è una formula magica, ma un invito a pregare con l'autorità e lo spirito di Gesù. Quando i credenti pregano in questo modo, hanno la certezza che le loro richieste saranno esaudite, portando a una gioia completa che trascende le circostanze.
La gioia menzionata qui non è semplicemente una felicità effimera, ma una gioia profonda e duratura che proviene da una relazione con Dio. È la gioia di sapere che Dio ascolta e risponde alle nostre preghiere e che partecipiamo al suo piano divino. Questa gioia si completa quando vediamo i frutti delle nostre preghiere e l'opera di Dio nelle nostre vite. L'invito di Gesù a chiedere e ricevere è un promemoria della relazione aperta e amorevole che Dio desidera avere con i suoi figli, in cui possono avvicinarsi a lui con fiducia e fede.